A Cuneo per ricordare

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    «Quaranta gradi sotto zero ma siamo riusciti a tornare »: questo hanno detto i quattro reduci presenti alle celebrazioni del 72º anniversario della battaglia di Nowo Postojalowka sostenuta dalla divisione Cuneense in terra di Russia. La ricorrenza è stata celebrata in forma solenne dalla sezione di Cuneo nei giorni 17 e 18 gennaio. Sabato pomeriggio, nella caserma Cesare Battisti di Cuneo, già sede del 2º reggimento Alpini CAR e ora sede del comando provinciale della Guardia di Finanza, si è svolta la cerimonia dell’alzabandiera, dell’accensione del tripode da parte della staffetta partita dal Santuario degli Alpini di Cervasca e della deposizione di una corona ai Caduti all’interno del sacrario del 2º Alpini.

     

    Presente un picchetto in armi dello stesso reggimento con il comandante Fabrizio Recchi e il presidente sezionale Antonio Franza. Quindi la sfilata per le vie cittadine con le deposizioni di corone al monumento del 2º Alpini, dei “Ragazzi del ’99”, dei Caduti di tutte le guerre e alla lapide posta sul fronte della stazione di Cuneo-Gesso a ricordo della Divisione partita per la Russia nel lontano 1942.

    Alla sera esibizione di corali alpine nel salone San Giovanni, strapieno di gente. Domenica un numero impressionante di Alpini si è dato appuntamento presso il cippo della divisione Cuneense per iniziare la sfilata che avrebbe attraversato tutta la città. Alzabandiera affidata a Giovanni Alutto, 99 anni del battaglione Borgo San Dalmazzo: «Eravamo in 65 ufficiali, siamo tornati in 7». Presente anche Giuseppe Fornero, anni 94: «Del mio battaglione siamo tornati in 28 su 300». E ancora Giuseppe Renato Zimaglio, anni 92, autiere: «Mai vista così tanta gente morire e così tanto dolore » e Fiorentino Massa: «Se sono qui lo devo alle donne russe che ci hanno aiutato durante la ritirata».

    Dopo gli onori ai Caduti, l’intervento del sindaco di Cuneo Federico Borgna, del presidente sezionale Antonio Franza e del presidente nazionale Sebastiano Favero che hanno ricordato la tragedia di Russia soffermandosi sul dramma che ha colpito quei giovani ragazzi che diedero la vita per la Patria. È seguita la sfilata preceduta dalla fanfara monregalese e dai gonfaloni dei Comuni della provincia Granda, tra i quali quello di Cuneo e Boves decorati di Medaglia al Valor Militare e di Borgo San Dalmazzo al Merito Civile, accompagnati dai rispettivi sindaci oltre che da un buon numero di autorità locali.

    Quindi il vessillo sezionale scortato dal presidente nazionale, da quello sezionale e dal comandante del 2º Alpini seguiti da una rappresentanza di consiglieri nazionali e da tutto il consiglio sezionale. Ben 28 vessilli e 156 gagliardetti provenienti dal Piemonte e dalla Valle d’Aosta, dalla Liguria, dalla Lombardia e dall’Australia e, a seguire, un numero impressionante di Alpini: chi ha detto mille, chi duemila ma certamente erano tanti, applauditi dalla popolazione cuneese che ha fatto ala al passaggio delle penne nere.

    La Messa celebrata in Duomo ha chiuso una giornata indimenticabile non solo per gli Alpini, ma anche per la gente di Cuneo che ha chiesto con insistenza una nuova Adunata nazionale.

    Gianfranco Fabbri