Come 60 anni fa

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    Il 7 settembre, al “Monumento-faro Julia” sul Monte Bernadia sopra Tarcento (Udine) si è tenuta la 56ª cerimonia nel ricordo dei Caduti di tutte le guerre e in particolare per quelli della divisione Julia. Nell’occasione è stato ricordato il 60° anniversario della posa della prima pietra, che ebbe luogo il 26 settembre 1954, in occasione della “3ª festa triveneta della montagna”.

     

    Di quella memorabile giornata la Rai regionale girò un filmato che sarà messo a disposizione degli appassionati, grazie all’impegno del laboratorio di restauro “Cineteca del Friuli”. In quel giorno del ’54 venne eretto un altare da campo su uno sperone roccioso, presso il vecchio forte militare di monte Lonza, residuato della Grande Guerra. Alla benedizione della prima pietra furono presenti numerosi reduci che in quest’opera vedevano la realizzazione del desiderio di rendere perenne il ricordo dei fratelli Caduti. La realizzazione del monumento fu resa possibile dai gruppi alpini del tarcentino, con la collaborazione dei reparti in armi presenti nella Regione.

    Negli anni seguenti, non senza fatica, l’opera venne completata e il 14 settembre 1958 fu solennemente inaugurata con una cerimonia che raccolse attorno al nuovo monumento gran parte dei “ve ci” della Julia, i rappresentanti delle provincie di Udine, Gorizia e Trieste, i vertici militari della Regione e un mare di penne bianche e nere. Dal 1994 la cerimonia al monumentofaro è stata inserita tra le commemorazioni nazionali, con la presenza del Labaro dell’ANA, a cadenza quinquennale. La cerimonia di quest’anno ha avuto inizio con l’ingresso del picchetto armato e della fanfara della brigata Julia, seguiti dai gonfaloni dei comuni di Tarcento e Nimis, accompagnati dal presidente del Comitato faro, Roberto Cenedella e dal capogruppo di Tarcento, Davide Gatti.

    Il Labaro dell’ANA, portato dall’alfiere Italo Rovere del gruppo di Tarcento, è stato scortato dal presidente nazionale Sebastiano Favero, dal comandante della brigata Julia generale Ignazio Gamba e dal consigliere nazionale Renato Cisilin e dal revisore dei conti nazionale Ernestino Baradello. Il coro “Monte Bernadia” di Tarcento ha accompagnato l’alzabandiera, mentre in sottofondo, una voce fuori campo ricostruiva la storia del monumento, dalla posa della prima pietra fino ai nostri giorni. E proprio il sindaco di Tarcento, alpino Celio Cossa, ha ricordato commosso il 60° di fondazione del Faro, voluto dai nostri “veci” per ricordare i Caduti di tutte le guerre e in particolare quelli della Julia, come ricorda la grande scritta sul monumento.

    Il presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, ha parlato del centenario della Grande Guerra, che ha visto il Friuli in prima linea fin dal suo inizio. Ed ha auspicato che le Nazioni che in questo periodo sono coinvolte in atroci conflitti siano contrastate con decisione, affinché la guerra non dilaghi. Il generale Gamba ha salutato i parenti di Ranzani e Gigli, due dei Caduti nelle recenti missioni all’estero, la Medaglia d’Oro al V.M. Paola Del Din, il già comandante delle Truppe alpine gen. Bruno Job e quanti collaborano ogni anno per la riuscita della cerimonia. Il presidente Favero, con un vibrante intervento, ha ricordato il 60° del monumento: “Per non dimenticare, come si trova scritto sulla colonna mozza dell’Ortigara e nel nostro Statuto”. E ha ribadito un concetto a lui caro, quello che “i diritti dovrebbero venire sempre dopo i doveri”. Il cappellano militare don Giuseppe Gangiu ha quindi officiato la Messa, conclusa dalla Preghiera dell’Alpino. Le autorità hanno deposto una corona al sacello del Faro che custodisce le salme di sei nostri Caduti. Tutt’attorno i gonfaloni comunali con i rappresentanti dei Comuni del circondario, i vessilli delle principali associazioni d’Arma della zona, affiancati da una novantina di gagliardetti alpini; tra i vessilli sezionali spiccava quello di Brisbane (Australia). Erano presenti anche i comandanti dell’8° Alpini, col. Matteo Spreafico e del 3° Artiglieria da montagna, col. Antonio Ceruzzi, con alcuni comandanti di battaglione. Numerosi gli ufficiali, in servizio e non, che erano presenti alla cerimonia, in una piacevole giornata settembrina che ha indubbiamente favorito il buon afflusso di partecipanti.

    Paolo Montina