Gorizia, storia e tradizione

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    Gorizia si appresta ad ospitare dal 17 al 19 giugno l’Adunata nazionale della Julia e il Raduno del 3º Raggruppamento, che comprende le 25 Sezioni di Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto Adige e le Sezioni all’estero: Belgio, Germania, Lussemburgo e Nordica. Per oltre vent’anni, tra le due guerre mondiali, Gorizia e la Valle dell’Isonzo, oggi territorio della vicina Slovenia, hanno ospitato reparti appartenenti alle Truppe Alpine che sono diventati leggendari come il 9º Alpini e il 3º artiglieria alpina, inquadrati nella Divisione Julia.

     

    Il ricordo della presenza di questi reparti si perpetua ancora oggi in città, terra di alpini e alpinità, grazie anche al fatto che molti giovani isontini sono stati chiamati nel corso degli anni a prestare servizio militare proprio con il cappello con la penna. Per questo motivo, oltre al Triveneto si è voluta inserire all’interno del raduno anche l’Adunata nazionale della Julia. Il 2016 è un anno importante per Gorizia: si commemora, infatti, il centenario della conquista della città da parte dell’Esercito italiano nell’agosto 1916. Un fatto d’arme tra i più importanti della Grande Guerra sul fronte italiano, che costò centinaia di migliaia di morti e feriti, sia tra le file italiane che austro-ungariche. A un secolo da quell’evento, che cambiò per sempre la storia e il destino della città, non possiamo non porgere un deferente ricordo a quelle giovani vite spezzate, qualunque fosse la loro bandiera, e proprio per questo motivo la tre giorni inizierà con l’omaggio ai sacrari di Caporetto, Oslavia e Redipuglia senza scordare i cimiteri austro-ungarici di Brazzano e Fogliano.

    Gorizia, la cui storia è millenaria, è terra di confine da sempre, qui si sono incontrate le culture latina, tedesca e slava creando un miscuglio probabilmente unico nel suo genere. Capitale di una estesa contea nel medioevo, dal 1500 fu governata dagli Asburgo fino al 1918. La relativa pacifica convivenza tra popoli diversi finì col sorgere dei nazionalismi e il deflagrare devastante delle due guerre mondiali, con l’intermezzo del fascismo e la sua opera di snazionalizzazione delle popolazioni slovene, da sempre abitanti nella zona. I dolorosi strascichi della Seconda Guerra Mondiale, con le deportazioni titine e, infine, la tracciatura di un confine che tagliò in due un territorio mai diviso prima di allora non hanno impedito che, in tempi recenti, si passasse da luogo blindato dalla Cortina di Ferro a luogo aperto a comunicazione di idee e popoli.

    La città è quindi ricca di storia a partire dal suo caratteristico castello, dalle cui mura si spazia dai Monti Sabotino, Monte Santo e San Gabriele al Carso, che evocano le battaglie della Grande Guerra, fino alla pianura friulana. Il Museo della Grande Guerra di Borgo Castello, inserito nel circuito dei musei provinciali, offre una lettura interessante degli eventi che sconvolsero cent’anni fa l’Europa e il territorio goriziano. Al suo interno vi è la mostra permanente “Alpini a Gorizia” che ricorda la presenza delle Truppe Alpine a Gorizia e nell’allora Valle dell’Isonzo, mentre, scendendo, si incontrano le vie più vecchie del centro storico per arrivare al Duomo, ricostruito dopo il 1918, e la chiesa di S. Ignazio, edificata dai gesuiti a fianco a quella che un tempo era la caserma della Vittoria sede del comando del 9º Alpini e del battaglione L’Aquila.

    La presenza di una comunità israelitica, annientata dalle deportazioni naziste, è testimoniata ormai soltanto dalla sinagoga di via Ascoli. Altri luoghi interessanti da visitare sia in città che a breve distanza sono il museo di S. Chiara, Villa Coronini, la pinacoteca di Palazzo Attems, i già ricordati sacrari e le trincee sul Carso, senza dimenticare che risalendo l’Isonzo si può arrivare in un’ora a Caporetto. Non si può però non accennare alle specialità enogastronomiche che Gorizia offre. La riconosciuta qualità dei vini friulani trova un’assoluta eccellenza nei bianchi della zona che, assieme ai rossi, si accompagnano ad una cucina che risente della storia del territorio: la semplicità di una terra contadina, dove friulani e sloveni trovavano una pacifica convivenza, con le contaminazioni di un passato di cinque secoli sotto la corona asburgica.

    Il tutto in una cornice di dolci colline dalle cui alture lo sguardo abbraccia le Alpi Giulie e si perde fino al mare. Per citare solo alcuni dei piatti tipici: gli gnocchi di susine, la lubianska, il frico, minestre di vario tipo come orzo e fagioli, jota, musetto e brovada, gli žlikrofi, e poi i dolci come la gubana, la putizza, il presnitz… Gorizia vi attende!

    Pierpaolo Silli

    Info su www.triveneto2016.anagorizia.it