I nostri reduci

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    Sono il vice capogruppo di un paese di 4mila persone, volevo portare al suo giudizio un problema ormai noto ma con ancora tanta confusione fra i Gruppi. Già diversi anni fa alcuni soci mi chiesero spiegazioni perché dopo la morte di un reduce di guerra al suo funerale non gli si poteva far onore con il cappello alpino e il gagliardetto perché non era iscritto a nessun Gruppo ANA.

    Personalmente mi trovavo d’accordo con loro, perché credo che qualsiasi reduce, anche se per dimenticanza, per incapacità, per vecchiaia o anche perché non vuole essere iscritto a nessun gruppo abbia il diritto di essere onorato da noi Alpini nel suo ultimo viaggio. Ormai i reduci si contano sulle dita di una mano in quasi tutti i paesi, noi ne abbiamo ancora due e sono entrambi iscritti pertanto il problema non si pone, ma in molti paesi vicini succedono ancora questi disguidi con relative polemiche. Vorrei il suo parere per far chiarezza una volta per tutte su questo delicato argomento.

    Alberto Vanzo – Cavalese (TN)

    Personalmente sono pienamente d’accordo. Una sola cosa vorrei dire. Non ricordiamoci dei reduci solo quando suona la campana a martello, ma cerchiamo di stare loro vicini anche nel silenzioso cammino verso il tramonto. Dobbiamo evitare di fare l’errore di qualche parrocchia, dove si aspetta che tutti vengano, come se il prete fosse l’ombelico del mondo. È solo andando che si stabiliscono ponti. E allora anche al funerale sarà cosa ovvia vivere nello stile di una unica grande famiglia.