Il paradiso contestato

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    Stimatissimo direttore, “Il paradiso di Cantore” mi ha stupito e in modo veramente negativo. Non credo che Cantore possa avere un paradiso. Personalmente ho sempre letto un’altra storia non certo edificante e da ricordare come esempio di amor di Patria. Questa è pur sempre (l’entrata in guerra) una ricorrenza da ricordare per la carneficina che i nostri vertici hanno inferto al nostro popolo.

    Tramutarla in un esempio mi pare troppo. Ha mai letto “La guerra dei nostri nonni”? Una lettura leggera, ma ci sono testi ben più scientifici che dimostrano che si poteva anche non chiamare “Paradiso” il ricordo di un esaltato che portò i “suoi figli” a morire come carne da macello.

    Francesco Tronconi

    Caro Francesco tu sai che “Paradiso di Cantore” non è usato, come si pensa comunemente, nel senso di luogo del premio eterno. È piuttosto una metafora per indicare il regno dei morti. Quindi nessuna beatificazione. E comunque la dichiarazione di guerra non dipese dai generali ma dai politici. Poi ognuno ci mise del suo, ma questa è un’altra storia.