L'amore di una vita

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    Bormio, 26 febbraio, a Santa Caterina Valfurva ore 8 del mattino: una massa multicolore costituita da 250 atleti di scialpinismo si accinge ad affrontare la partenza con una salita ripida che li porterà in alto e oltre per 15 km. 

    Uno spettacolo di entusiasmo sportivo in una giornata di sole, di luce e colori! La temperatura è assai rigida -12º. Mi trovo qui con mio marito alpino che accompagna gli atleti della Cadore alle Alpiniadi. Mi attira un grande calderone fumante sul trespolo sopra un bel fuoco che fa bollire l’immancabile vin brûlé che riscalda tutti e crea di per sé l’atmosfera alpina. È una gioia che spontaneamente condivido con un anziano alpino che mi sta accanto. Parliamo. «Ho 90 anni» mi dice, «e a queste manifestazioni non manco mai, così ho vissuto con mia moglie per 60 anni. Ora lei non c’è più, purtroppo, però ho una compagna che mi segue ancora…». Lui si ferma, io aspetto. Poi lui, con fare lento, si toglie il cappello e mi indica con la mano la sua vecchia penna: «Questa, mi dice, è la compagna che mi porta a vivere tra gli alpini e mi rende contento». Io rimango lì stupita e commossa perché un amore così forte e palese per la penna e il cappello non l’avevo sentito mai, pur conoscendo e frequentando da tanti anni l’ambiente alpino con mio marito. Una grande tenerezza ed emozione che vale la pena di conoscere e trasmettere.

    Marisa De Lazzer

    Leggendo il suo scritto, cara Marisa, a un certo punto abbiamo pensato a quella seconda compagna come ad una debolezza senile. Poi arrivati alla fine abbiamo dovuto metterci sull’attenti e batterci il petto.