Meriti e privilegi

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    Egregio direttore, dopo aver letto la lettera a pag. 7 a firma di Guido Vettorazzo e la sua risposta, mi sono ritrovato immediatamente negli anni ’60, dove da buon alpino svolgevo il mio servizio in Val Pusteria o, se me lo permette, Pustertal. In quel tempo si viveva separati per gruppo linguistico (io per fortuna ho fatto amicizia sia con militari di lingua italiana, sia di lingua tedesca, e porto un magnifico ricordi di tutti).

    Riguardo alla sua risposta la pregherei di voler elencare i “privilegi cui è stata abituata” la mia Regione, perché è vero che si sta discretamente bene rispetto ad altre zone, ma credo che, almeno in parte, sia dovuto alla serietà ed impegno di chi la gestisce e di chi ci vive. Credo che nel suo scritto vi sia poca o cattiva informazione e superficialità. La invito a documentarsi prima di esprimere un parere e, vorrei fare una domanda a lei e anche all’autore della lettera: pensate che non ci sia abbastanza zizzania in questo martoriato mondo? Riflettete gente riflettete.

    Luciano Tambosi

    Della tua lettera condivido due cose. La prima è l’amicizia che hai stabilito con fratelli di lingua diversa. La seconda è che le fortune del Trentino Alto Adige, dipendono come dici tu “almeno in parte” dall’indole dei suoi abitanti. È importante quel “almeno in parte”. Perché per quell’altra parte c’è il fatto che sulle tasse pagate allo Stato voi vi tenete il 90%, mentre nelle altre Regioni rimane il 20%. Io che sono nato a 14 km dal confine con il Trentino mi trovo a chiedermi se la differenza che c’è con il Veneto dipenda davvero da una minore serietà e impegno della gente che ci vive. Proverò a chiedere.