Misericordia… alpina

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    Ho un bell’episodio da raccontarti. Si era alla SMA ed era sabato pomeriggio in uno di quei momenti (e alla scuola sono stati tanti) in cui ci si arrabbiava con tutti, dai nostri istruttori, ai superiori, sino ai piani alti e più su ancora. Ora eravamo un gruppetto di allievi nel cortile davanti alla porta centrale della Cesare Battisti, a commentare quello che avremmo dovuto fare nei giorni successivi mentre quelli trascorsi non era stato di meno (tanta fatica), la punizione che mi era appena stata rifilata (come sempre ritenuta ingiusta).

    Così, inviperito, me la sono presa con il Padreterno con più di un por… qui e por… là, non prestando attenzione ai compagni che cercavano di zittirmi. Alle mie spalle vi era il cappellano militare (un capitano di cui non ricordo il nome) il quale mi mise una mano sulla spalla. Voltandomi, come potrai immaginare pensai subito (questa volta giusta) alla meritata punizione che sarebbe arrivata. Mi scusai immediatamente, ma il capitano mantenendo la sua mano sulla mia spalla in un mezzo abbraccio, iniziò col dire “Lo so che gli alpini bestemmiano, ma non lo fanno con l’intenzione di offendere il Signore”. Dopodiché, con modo gentile, mi chiese chi ero, dove ero nato, della mia famiglia e come era composta, quale lavoro facevo da civile. Si informò di varie cose poi mi chiese quando era stata l’ultima volta che mi ero confessato. Alla mia risposta che “non me lo ricordavo”, mi chiese di dire l’atto di dolore. Rimasi stupito. Non mi ero accorto di essermi confessato, oltretutto non ricordavo neppure quella preghiera. La recitai con il suo aiuto. Mi diede l’assoluzione e disse “Domani verrai a fare la comunione”, cosa che effettivamente feci la domenica. Ma tutto questo per dirti che quel cappellano, in questi due giorni che ti ho frequentato a Vittorio Veneto e a Cison al Bosco delle Penne Mozze, mi è ritornato alla mente tramite te. Mi è sembrato di essere ritornato indietro di 49 anni. Un abbraccio sperando di incontrarti molto prima dell’Adunata di Asti.

    Lorenzo

    Caro Lorenzo, il Padreterno ti ha tirato gli orecchi da giovane e adesso anche da… adulto. Pensa come tiene a te. È proprio l’ora che tu metta giudizio.