Ombre e luci della storia

    0
    71

    Se mi è concesso vorrei fare un’amichevole e breve precisazione all’amico Giuseppe Bertoldi di Gallarate che, sul numero di novembre della nostra rivista, ha evidenziato la stonatura del cappello alpino in quel di Predappio, dove “chi giace in quella tomba” è omaggiato da cappelli alpini.

    Vorrei solamente ricordare che il “sepolto” ha promosso la costituzione di un’Unità combattente denominata “Divisione Alpina Monterosa” i cui appartenenti (oltre 20.000), dopo essere stati armati ed addestrati in quel di Munsingen, tra Stoccarda ed Ulma, furono inviati sul suolo patrio a combattere per quello che una volta si chiamava “Onore”.

    Molte cose sarebbero da dire ma non voglio addentrarmi in disquisizioni storico–politiche perché questa non è la sede adatta, ma solamente dire che, “tecnicamente”, la presenza di cappelli alpini in un luogo quale Predappio è storicamente più esatta rispetto a quella in manifestazioni politiche o di dissenso (vedansi le manifestazioni NO TAV); in fin dei conti, di reduci ed ex-combattenti della parte “sbagliata” (perché sconfitta) ce ne sono ancora. O no?

    Maurizio Bianchi – Pinerolo

    Caro Bianchi, nessuno nega che anche Mussolini abbia fatto qualcosa di buono, anche se sul piatto rimane soprattutto il qualcosa di brutto nel quale ha trascinato il Paese. E non penso solo alla guerra, ma prima ancora alle leggi razziali, con tutta la sofferenza e la morte che da queste leggi sono venute. Ciò premesso, non dobbiamo dimenticare che queste figure del passato hanno finito per diventare simboli ideologici e partitici, su vari fronti e di vario colore. Gli alpini non negano la storia, con le sue luci e le sue ombre, ma evitano di sposare una parte, in maniera ideologica, prestandosi a creare solchi di divisione.