Pericolose rivendicazioni

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    Caro direttore, ho letto su L’Alpino di febbraio 2015, come spesso mi capita di fare, la rubrica “Lettere al direttore”, sempre puntuale e schietta nelle tue risposte. Mi colpisce però la lettera di Tiziano Bertè, mio caro amico, collaboratore stimato e appassionato del Museo della Guerra di Rovereto.

    Devo dirti che lo capisco e ne condivido la preoccupazione ed il disagio, motivato dettagliatamente nel suo lungo intervento, pur un po’ tagliato. È purtroppo vero che in Trentino, da vario tempo ormai, ferve un’azione di continua rivendicazione che Tiziano definisce “politica di tedeschizzazione”. Anch’io, nel mio più che ventennale periodo di direzione del periodico degli alpini trentini “Doss Trent” (1985-2008), ma forse anche prima e dopo, provai spesso la stessa sensazione, per non dire rabbia, per certe posizioni senz’altro politiche degli Schützen o di loro amici e di riflesso anche di certi iscritti Ana. Il “vogliamoci bene” come tu dici e raccomandi, ma detto anche da altri, serve poco e non basta. L’allora Presidente della Provincia di Bolzano Durnwalder, successore di Magnago, prima di lasciare la carica, se non ricordo male disse: «L’Italia l’abbiamo spremuta più di un limone», quasi a dirsi bravo, o furbo e soddisfatto. Ma non basta ancora e sotto sotto la ruggine continua a rodere. Come ci potrai aiutare a fare meglio e più di quanto da alpini d’Italia cerchiamo di fare?

    Guido Vettorazzo – Rovereto (TN)

    Credo, caro Guido, che ci sia una diversa sensibilità tra chi vive… in prima linea, e chi sta nelle retrovie. Vista da fuori la cosa disturba meno, vuoi perché la sofferenza del nervo scoperto non è percepita, vuoi perché si ha l’impressione che le battaglie siano battaglie solo di cassa. Sapendo benissimo che l’Austria non ha alcuna intenzione di accollarsi il mantenimento di una regione abituata ai privilegi cui è stata abituata. Forse ha ragione Durnwalder nella sua ruvida sfacciataggine. Peccato che manchi di classe nel farlo sapere.