Scelte in autonomia

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    Egregio direttore, diventare mamma è un dono di Dio che tutti dobbiamo apprezzare e custodire. Era molto importante che la redazione dedicasse su L’Alpino di febbraio, evidenziato in celeste, che la signora Nadia Seccia il 6 gennaio aveva dato alla luce il piccolo Gioele.

    È importantissimo che da San Candido a Catania tutti gli alpini venissero a conoscenza dell’evento. Ma ho letto, e riletto, il giornale, e non ho trovato nemmeno un trafiletto che ricordava a tutti gli alpini iscritti che era deceduto l’avv. Adriano Rocci, già consigliere nazionale per tre mandati, responsabile dell’IFMS per diversi anni. Sono certo che Lei mi risponderà come il suo predecessore Vittorio Brunello, che il giornale non è una necrologia, ma è fatto di notizie che interessano a tutti, e questa mi sembra una notizia rilevante. Qualche hanno fa, ho avuto una diatriba con il direttore Brunello, che non voleva assolutamente pubblicare su L’Alpino la notizia del decesso del mar. magg. aiutante Francesco Bruno, già inventore e comandante del Servizio d’Ordine Nazionale per 35 anni. Dopo ripetute e-mail e telefonate, mi adirai, e all’Adunata di Vicenza presi per la giacca un rappresentante dei vertici dell’Ana, e gli manifestai tutto quello che mi passava per la mente in quel momento: il mese dopo su L’Alpino c’era mezza pagina che parlava del mar. Bruno. Sicuro di un Suo interessamento, La saluto cordialmente.

    mar. magg. aiutante cav. Walter Pugliese – Torino

    Speravo che fosse bastato Brunello, ma evidentemente non è così. Ricordare la nascita di un bimbo di una dipendente di via Marsala non è privilegio, ma un dovere di gratitudine verso chi lavora tutti i giorni per il bene della nostra Associazione. Ricordare i morti è cosa lodevole, ma con le migliaia di alpini che ci lasciano ogni anno non possiamo fare de L’Alpino un cimitero di guerra. Per questo esistono già i giornali di Sezione. Infine, giusto per far chiarezza, caro cavaliere, con me è finito il tempo dei vertici che mi “consigliano” l’obbedienza. Finché qui ci sono io, so perfettamente cosa devo fare, senza bisogno di tutori.