Storia di vita , storie di verità

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Il mio nome è Vittorio sono un alcolista, scrivo questi pensieri per raccontare un pezzo della mia storia. Ad un certo punto della mia vita il bere mi stava prendendo la mano, non era più un piacere di momenti passati in compagnia… era diventato una cosa diversa, un’ossessione che rischiava di trascinarmi in un baratro di sofferenza ed autodistruzione. Quando ho capito questo ho deciso di chiedere aiuto, non ce la facevo a smettere da solo, così sono arrivato ad un gruppo di Alcolisti Anonimi. 

Ho smesso di bere ma i tormenti non erano finiti. Stavolta erano la vergogna e la paura a rendermi le cose difficili. Frequentavo anche il gruppo Ana del mio paese, con molti paesani ed amici, perché ho svolto il servizio militare in questo splendido Corpo. La mia grande paura era di raccontare loro quello che mi era successo, temevo di sentire i loro giudizi, se non puoi più bere allora sei una mezza calzetta… non è accaduto niente di tutto questo. Appena ho raccontato, trovato il coraggio sufficiente che non avrei più potuto e voluto bere sono divenuti tutti i custodi della mia fresca sobrietà. Ho sentito attorno a me solidarietà e comprensione, alle feste insieme nessuno ha mai provato a farmi bere qualcosa di alcolico. Anzi, se talvolta alle feste c’era qualcuno che non conosceva la mia storia percepivo che vigilavano con attenzione affinché nessuno insistesse perché bevessi vino, grappa o birra. Ho capito che sono amici veri, interpreti di quei valori di cui molti si riempiono la bocca ma che negli alpini si vivono veramente, in silenzio e senza ostentazione. La fratellanza, la solidarietà e l’impegno costante volto ad aiutare chi ne ha bisogno sono le cose che sono fiero di vivere nell’Ana. Per questo motivo continuo ad andare assieme a loro alle feste ed alle sfilate, senza più sentirmi a disagio perché non bevo. Inutile dire quanto sia contento di avere nel gruppo Ana del mio paese amici così. Sfatiamo allora per piacere questa leggenda che vuole gli alpini dediti solamente all’alcol ed alle baldorie… un’immagine totalmente falsa. L’alpino non è uno stomaco pieno di vino. Devo dire che anche nei gruppi degli Alcolisti Anonimi si respirano questi valori. Cerchiamo, oltre che di tenerci sobri, di aiutare i nuovi che arrivano a trovare le stesse cose che hanno aiutato noi. Ora posso andare indifferentemente alle riunioni dei gruppi degli alcolisti o a una sfilata nazionale degli alpini, ad una grigliata con gli amici del mio paese o al raduno nazionale degli Alcolisti Anonimi, sentendomi ovunque al mio posto.

Grazie Ana, grazie AA.

Grazie caro amico di cui, per ovvie ragioni, ometto il nome. Ti ringrazio soprattutto per il coraggio di portare in pubblico un problema che tocca tante persone, alpini e non alpini. In Italia sono almeno otto milioni le persone che abusano di alcol e di queste almeno due milioni sono giovani. L’alcol, se assunto con criterio, può essere considerato un alimento e un piacevole diversivo da condividere in compagnia, ma sappiamo anche con quanta facilità possa trasformarsi in schiavitù per l’interessato e per chi vive accanto a lui. La strada che tu ci proponi, caro amico, è molto più di un successo personale di cui andare fiero. Essa è una speranza possibile per tutti coloro che conoscono il buio di situazioni analoghe.