Un'amara considerazione

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    Partendo dal fatto che la guerra, anche se a volte necessaria, è un’immane tragedia e quindi quando si commemorano eventi tragici come la Grande Guerra si dovrebbero fare delle considerazioni al di sopra delle posizioni.

    Soldati “al di là o di qua del fronte” hanno risposto e combattuto per obbedire ad un “ordine” o per qualche ideale, quindi meritano tutti lo stesso onore, rispetto e considerazione. Ebbene trovandomi a Moena (Trento) dove commemoravano la Grande Guerra ho notato che quasi la totalità delle raffigurazioni esposte rappresentavano e inneggiavano ad azioni da parte di truppe austroungariche: solo due poteva ricondursi all’allora Regio Esercito Italiano, una rappresentava chiaramente delle truppe alpine l’altra poteva essere vista come fanteria. Anche la bella scultura in legno posta al centro della piazza evidenziava chiaramente un milite austroungarico ma, la cosa che più mi ha sconcertato sono stati gli stemmi esposti su vari edifici “tassativamente con l’aquila bifronte” esplicitamente e chiaramente, senza equivoci, riconducibili all’allora nemico. Bandiere italiane o riconducibili all’evento, nessuna. Ad una mia rimostranza presso il Corpo vigili urbani venivo liquidato in malo modo consigliandomi di rivolgermi all’amministrazione, l’ufficio manifestazioni mi ha risposto che era preso con la sagra del formaggio puzzone, mentre dall’Ufficio Turismo mi veniva detto che questa è la storia. Bella storia.

    Alberto Croci – Erba (Como)

    Dovremmo togliere le guerre dalle nicchie del mito e della sacralizzazione a senso unico per consegnarle, con animo distaccato, alla storia. Purtroppo non sempre questo succede. E allora non solo la partigianeria prende il sopravvento, ma molto più spesso è il fanatismo a farla da padrone.