Un nuovo servizio militare

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    Quanto recentemente emerso anche a livello politico, ovvero l’idea di istituire un breve periodo di servizio civile/militare, oltre ad essere un’opportunità formativa per i giovani potrebbe rivelarsi un’iniziativa vantaggiosa per le istituzioni militari e più in generale per il nostro “Sistema Paese”.

    È noto che con la professionalizzazione delle Forze Armate, tutta una serie di servizi e mansioni caratterizzati da una bassa specificità militare sono stati appaltati a ditte civili o vengono svolti dai soldati professionisti con notevoli costi (basti pensare alle ore di lavoro straordinario) e distogliendo spesso tale personale dalle prioritarie attività addestrative. Con l’introduzione di una nuova categoria di personale militare, che definirei “ausiliario”, giovane, adeguatamente motivato e formato attraverso un brevissimo periodo di addestramento specifico per l’incarico, molte delle suddette mansioni potrebbero essere da questi svolte sgravando i professionisti da compiti che fino a qualche anno fa erano efficacemente assolti dai militari di leva con il solo addestramento presso i CAR/BAR o mettendo a frutto proprie capacità o competenze pregresse. Basti pensare ai servizi legati al mantenimento e funzionamento delle infrastrutture (vigilanza, vettovagliamento, pulizie e manutenzione, centralini e sale radio), la guida di automezzi logistici e commerciali, l’impiego di sistemi informatici o apparecchiature tecniche, la gestione e il mantenimento dei magazzini e dei materiali in essi dislocati e in generale tutti quegli incarichi per espletare i quali non è indispensabile un lungo o complesso iter addestrativo. Nell’ambito delle Truppe Alpine si potrebbe anche ipotizzare un impiego nelle piccole basi logistico-addestrative ancora in uso e nel servizio Meteomont nonché, in presenza di specifiche capacità e competenze, nel servizio di soccorso sulle piste, come aiuto istruttori di sci e alpinismo, nelle fanfare; si potrebbero inoltre ricostituire i cori di brigata. Altro settore dove poter impiegare proficuamente questo personale sono i musei militari e i sacrari. Ipotizzando un periodo di ferma di cinque mesi, comprensivo di un mese di addestramento di base da concludere col giuramento, si potrebbero incorporare tre scaglioni all’anno mediante un sistema di reclutamento il più possibile snello e flessibile (domanda on line con indicazione dell’Arma/Corpo e sede graditi…). Per concludere, questo nuovo servizio militare, pensato e realizzato in un’ottica totalmente lontana da vecchi schemi e stereotipi, può essere sì un’opportunità formativa per i giovani ma anche uno strumento innovativo e pregiato al servizio del Paese.

    Stefano Peroncini – sezione di Torino

    Mi scuso per aver dovuto ridurre questa lettera, per ovvie ragioni di spazio, assolutamente condivisibile, anche per la sua concretezza propositiva. Ritengo che riflessioni come quelle dell’alpino Peroncini siano assolutamente preziose per far crescere una coscienza civile in cui tutti si sentano responsabili della vita del Paese.